Le radici dell'equilibrio
La carne animale rappresenta un elemento centrale nella tradizione alimentare e culturale, una connessione che affonda le sue radici in pratiche secolari. Sono cresciuta in un ambiente legato alla macellazione, ciò mi ha offerto uno sguardo diretto su gesti, rituali e tecniche di preparazione del cibo, stimolando una riflessione sul significato contemporaneo della ricerca delle risorse alimentari. Questo interrogativo si focalizza su un’ipotesi: come cambierebbe il rapporto dell’uomo con il cibo se luoghi come supermercati, macellerie e salumerie non fossero disponibili? La risposta si ricollega alla tradizione della caccia, una pratica che, nella storia umana, ha rappresentato un mezzo primario di sostentamento. In particolare, l’analisi si concentra sulla caccia nel nord della Sardegna, dove essa assume una dimensione che va oltre il mero atto venatorio, intrecciandosi con aspetti ecologici e culturali. L’isola diventa così un luogo emblematico per una riflessione più ampia sull’interdipendenza tra uomo e natura. In un momento storico in cui le dinamiche ambientali richiedono un ripensamento delle relazioni tra esseri umani e ambiente, il richiamo alle tradizioni e al passato offre uno strumento per comprendere e gestire il presente. Questo lavoro esplora come le radici culturali possano essere una chiave per sviluppare un rapporto più consapevole e sostenibile con il mondo naturale, evitando di perpetuare una visione antropocentrica. L’indagine non si limita a una rappresentazione passiva: si propone di sollevare interrogativi sul fragile equilibrio tra memoria e responsabilità. Attraverso la connessione tra tradizioni locali e dinamiche universali, il progetto apre uno spazio di confronto sul ruolo dell’uomo nel plasmare il proprio ambiente e il futuro delle generazioni a venire.
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