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Past Again

Past Again racconta il mondo contemporaneo, che ha recuperato il passato per rappresentarsi e autorappresentarsi, soffermandosi in particolare sul concetto di icona e di come quest’ultima possa rappresentare la società contemporanea, perché l'icona di per sé rappresenta il mondo moderno, ed è lo specchio della società. Il tutto nasce dalla necessità di comprendere il motivo per cui vi è questo senso di nostalgia degli anni passati che tornano ad essere di moda, elementi ritrovati all’interno della figura/icona Lana del Rey, cantante e modella nata attraverso i social media. Ispirandomi a questa figura ho voluto ricreare lo stile che attraversa un po' tutta la metà del Novecento a partire dagli Anni Cinquanta e Sessanta caratterizzati dai movimenti femministi da un lato e dall'altro la nascita dei miti e della Pop Art, con Marylin Monroe ed Andy Warhol.
Past Again rappresenta una donna che fuoriesce da questa parete di fiori che simboleggia la femminilità, con il desiderio di emanciparsi, ma allo stesso tempo deve adeguarsi alla società altrimenti ne rimarrebbe fuori, quindi il suo è un sogno, che è rappresentato da quegli occhi chiusi.

Si comprende quindi che a causa di questa mancanza di riferimenti ben definiti e di questi veloci cambiamenti, il futuro risulta incerto, Ulrick Beck infatti afferma: “si è passati da una società di scarsità in cui il problema era la ridistribuzione delle ricchezze a una società il cui il problema è ridistribuzione dei rischi, dove il rischio rappresenta la misura di trattare le insicurezze e le causalità introdotte dalla modernità.”

L'unico elemento certo a cui appigliarsi è il passato, dunque Lana Del Rey, così come alcuni artisti a lei contemporanei, oltre a pubblicare i brani su piattaforme come Spotify o iTtunes, hanno scelto anche di pubblicare nel formato vinile 33', infatti non a caso Past Again ricorda ed è ispirato al mondo della “fruscio della puntina.” Il ritorno al passato è anche l'utilizzo di una tecnica sperimentale dello sviluppo pellicola degli Anni Sessanta/Settanta, ossia il cross processing (ovvero il C41 sviluppato in E6 o viceversa ottenendo scatti particolarmente acidati e/o pastello).

Past Again è in questo caso “sperimentale” perché sfrutta la combinazione di pellicole colore sviluppate con la chimica per il b/n, ottenendo delle sfumature di colore che sono cangianti in base alla luce, in questo caso dominanti che sfumano nel verde/tabacco.

Il cosiddetto vintage quindi è tornato di moda e su di esso il mondo sta creando un intero commercio, riprendendo vecchi elementi del passato come fotocamere a sviluppo istantaneo Polaroid, vinili e musicassette, puntando sulla nostalgia, sulle emozioni che non appartengono però a questa generazione. Questo ci fa porre una domanda, se la tecnologia riesce a farci cambiare stile di vita così velocemente, e quindi il futuro è sempre più che incerto, dove ormai le certezze delle vecchie generazioni sono crollate, cosa c'è di più confortante che rifugiarsi nel passato? Un passato che però Past Again non conosce se non attraverso film e immagini storiche, che ci fanno sognare così come la fotografia e la moda fanno costantemente, creando mondi nuovi o passati che in qualche modo ci fanno rivivere attraverso un unico scatto. Infatti il sogno è il luogo per eccellenza in cui è possibile ottenere tutto ciò che si vuole e ciò che si vuole essere, sognare aiuta a migliorare la realtà. E se la moda da un lato è il territorio legato alla finzione e alla ricostruzione, la fotografia rappresenta uno splendido strumento e un ausilio sia per la rappresentazione della realtà ma anche della finzione, infatti viene definita un camaleonte per l’attestazione di scenari reali e fittizi.

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